14 aprile 2020
Perchè ci capita di contare dall'1 all'8 e anche di essere innamorate.
Per
oggi quindi un frammento di uno spettacolo di teatro diretto da Bob
Wilson e orchestrato da Philipp Glass:
Einstein on the Beach.
Quello che vi propongo è Knee play 5 nella sua versione decontestualizzata, non teatrale."II
giorno con le sue preoccupazioni e perplessità è finito e la notte
è ormai alle porte.
La notte dovrebbe essere un momento di pace e tranquillità, un momento per rilassarsi ed essere calmo.
Abbiamo bisogno di una storia rilassante per bandire i pensieri inquietanti della giornata, per mettere a riposo le nostre menti turbate e mettere a proprio agio i nostri spiriti arruffatiE che tipo di
storia dovremmo ascoltare?
Ah,
sarà una storia familiare, una storia che è molto, molto vecchia,
eppure è così nuova.
È
la vecchia, vecchia storia d'amore...."
...."Tutto
deve avere una fine tranne il mio amore per te".
Francesca
*
Per
questo nuovo martedì ho pensato di inviarvi un’altra mia passione,
questa volta più antica di Louise Lecavalier, risale ai miei
vent’anni... oggi ci si tuffa nel passato!In
quel periodo mi interessava moltissimo la corrente della post modern
dance newyorkese, di cui Trisha Brown è stata una delle più
luminose esponenti.
Navigando
alla ricerca ho trovato questo filmato del 1978, completamente
silenzioso, che non avevo mai visto: è realizzato da Babette
Mangolte, videoartista sperimentale franco-americana, e
vede Trisha Brown in una ‘solo performance’ della sua giovinezza,
Water
Motor.
Mi
piace che sia così irrealmente silenzioso.
Mi piace questo stream of consciousness poetico del corpo, forse meglio dire delle ossa, dello scheletro, ricettivo-reattivo-così leggero-danzante!
Mi piace che si ripeta identico due volte, con un cambiamento temporale semplice, ma che cambia tutto della visione.Mi
piace anche, in questi giorni introspettivi, tornare silenziosamente
sui miei passi cercando delle tracce da condividere con voi...
Chiara
**
Oggi
per me è difficile inviavi qualcosa che sia in sintonia con i miei
pensieri, perché mi sono un po' persa, perché sono annebbiata.
Così
è arrivato lui e la sua voce che mi fa sentire al sicuro, non so
perché.
Ve
la lancio così com'è senza spiegazioni, seduta in un bar che non
conosco e con ai piedi un bel paio di scarpe coi tacchi.
Silvia